Che le tecniche Psico-corporee producano effetti soggettivi di benessere è da sempre chiaro a tutti coloro che le praticano, ed è reso palese dalla loro sempre maggiore diffusione tra le persone di ogni età.
Un recente studio Inglese condotto dalle università Inglesi di Covetry e di Radboud, oggi chiarisce che tali pratiche producono anche effetti oggettivi sull’organismo, effetti che giungono sino a livello molecolare e possono modificare lo stato di attivazione dei geni, correggendo le conseguenze che lo stress e gli stati di ansia cronicizzata hanno sul corpo.
Secondo lo studio inglese pubblicato su Frontiers in Immunoligy, le pratiche psico-corporee sarebbero infatti in grado di “spegnere” lo stato di infiammazione cronica generato da uno stress persistente e prevalentemente psicologico come quello del nostro vivere quotidiano.
Per meglio comprendere la questione, dobbiamo sapere che i soggetti esposti ad un evento stressante presentano un’attivazione del loro sistema nervoso simpatico, che a sua volta determina un’aumentata produzione di fattore nucleare kappa (NF-kB), una sostanza in grado di regolare l’espressione dei geni.
NF-kB ‘traduce’ gli effetti dello stress a livello molecolare, attivando i geni che codificano per le citochine proteine infiammatorie che determinano infiammazione a livello cellulare.
Questa reazione, di certo utile per fronteggiare un evento stressante acuto, se diventa persistente può tuttavia portare ad una serie di problemi quali un aumentato rischio di tumori, un invecchiamento accelerato o disturbi psichiatrici, come la depressione.
Secondo i risultati di questo studio, invece, le persone che praticano un intervento mente-corpo presentano gli effetti opposti, ovvero una ridotta produzione di NF-kB e di citochine, fatto questo che conduce ad un’inversione del pattern di espressione genica pro-infiammatoria e ad una riduzione del rischio di patologie e condizioni correlate all’infiammazione.
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