Questa è la frase tipica che abbiamo strategicamente utilizzato decine di volte per giustificare un nostro atteggiamento o un nostro comportamento.
Dietro a questa frase si cela una percezione di noi stessi e dell’individuo in generale estremamente riduttiva: l’idea che ciascuno di noi sia una realtà unica ed immutabile.
Tutti noi siamo invece composti di parti: zone di luce e zone d’ombra, ma non solo.
Di questo possiamo rendercene conto se ripercorriamo più situazioni in un ampio periodo di tempo: siamo in grado di cogliere aspetti di noi, comportamenti, modalità relazionali molto diverse tra loro. Alcune ci faranno inorgoglire, altre spaventare, altre ancora imbarazzare o addirittura vergognare.
Ciascuna di queste possiamo dire rappresentino un personaggio che è dentro di noi; alcuni saranno prevalenti, e si ripeteranno spesso, altri piuttosto infrequenti ma comunque presenti.
Tuttavia, questa complessità si può manifestare anche all’interno di una singola situazione, tanto che può capitarci di sperimentare stati d’animo diversi nello stesso momento, fatto questo che, in queste occasioni, ci rende inevitabilmente insicuri e visibilmente contraddittori.
La soluzione che alcuni, spesso inconsapevolmente, adottano per risolvere tale amletico disagio, è quella di ancorarsi rigidamente ad un personaggio, attaccandosi allo stesso o, meglio ancora, identificandosi completamente a questo.
Si assiste, in questo caso, al manifestarsi di quelle tipiche persone che, invariabilmente e costantemente, assumono sempre gli stessi atteggiamenti.
Ora, quello che, ad una prima impressione, potrebbe rappresentare un atteggiamento di assoluta coerenza, in realtà si traduce spesso in una mancanza di flessibilità, che impedisce di considerare adeguatamente le richieste del contesto.
La persona, in tal modo, si riduce ad essere un personaggio, impoverendo le proprie caratteristiche di persona e gli elementi di ricchezza e di complessità che questa porta con sé, perdendo così in libertà espressiva, in flessibilità ed anche in capacità di affrontare le sfide quotidiane.
È bene saperlo. Il benessere va in una diversa direzione! Quella della presa di coscienza delle nostre diverse parti e di una loro integrazione dialettica, unica vera via ad una efficace coerenza interna.
Buon lavoro!
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