Buongiorno Dottore,
Sono un’appassionata di letteratura, da sempre leggo molto ma ultimamente una romanzo mi ha fatto molto riflettere e anche preoccupare: una storia d’amore finita tragicamente. Dal momento in cui ho letto questa vicenda non riesco più a rasserenarmi e sto male come se la protagonista fossi davvero io. È possibile che ora ogni volta che guardo un film o leggo un libro mi emozioni talmente tanto da stare male? Forse il mio inconscio ha letto nel libro qualcosa che lo riguarda ma io non so cosa sia.
Carissima,
è del tutto naturale immedesimarsi nelle vicende del protagonista di un romanzo e vivere sentimenti ed emozioni quasi fossimo noi gli attori e non gli spettatori. Alle volte il turbamento è così grande che ci lascia sconvolti per alcune ore. Questo è un normale processo di identificazione che i romanzieri e i registi conoscono molto bene ed utilizzano al fine di muovere le emozioni dei loro lettori o spettatori, una strategia conosciuta e utilizzata anche da altri attori sociali per fini diversi da quelli puramente estetici, ma non è di questo che mi preme ora argomentare.Lei parla di una storia d’amore finita tragicamente; si è talmente identificata con la protagonista che tale processo – anche dopo la lettura del libro e consapevole che trattasi di fantasia – continua a turbarla. Posso dirle che lei ha un'”anima” estremamente sensibile ed è probabile – come lei dice – che la storia del romanzo, a livello inconscio, la riguardi. Come? Nessuno di noi può dirsi immune dal soffrire o dall’aver sofferto per amore. In particolare in età precoce, ognuno di noi ha più volte temuto – anche senza un reale motivo – di perdere l’oggetto d’amore (il genitore o i genitori) ed ora questa sofferenza viene risuscitata dalla memoria inconscia e rivissuta – tramite il film o il romanzo – l’angoscia della perdita o dell’abbandono. Questo fa parte della quotidianità delle emozioni e non ci deve spaventare; quello che merita invece una maggiore attenzione e quando lo stato emotivo da lei descritto diventa soverchiante, a tal punto da impedirci, per fare solo un esempio, di avviare o di vivere delle relazioni amorose, semplicemente perché abbiamo paura di perdere la persona amata.
In questo caso la nostra sensibilità diventa un limite, una nostra qualità un freno alla nostra piena autoespressione, in questo caso è forse utile comprende meglio perché tutto questo ci succede.
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