I nuovi pericoli
Oggi i pericoli destabilizzano la nostra identità
Proprio come tutti i mammiferi, i nostri progenitori venivano sottoposti a specifiche e concrete situazioni di pericolo che attivavano in loro i normali processi di risposta: attacco, fuga o congelamento, una risposta di immobilità, quest’ultima, che ha anch’essa, contrariamente a quanto si possa immaginare, un ruolo sopravvivenziale. Il fatto di mettere momentaneamente ed automaticamente il mio corpo in una condizione di interruzione della reazione potrebbe infatti offrirmi la possibilità di avviare una più adeguata risposta alle circostanze.
Abbiamo parlato di normali processi di risposta perché i nostri progenitori riducevano la loro reazione psico-fisica a quello specifico momento, cosa che noi, invece, non siamo più in grado di fare.
A questo proposito, l’etologia comparata, proprio attraverso lo studio degli altri mammiferi, con i quali condividiamo un percorso comune per quel che riguarda i processi di adattamento e lo sviluppo del sistema nervoso, ci offre interessanti spunti di riflessione.
Se un lupo sente un rumore, la sua prima reazione è guardare nella direzione di provenienza dello stesso e di affinare l’udito. Se scopre che si tratta di qualcosa di non pericoloso, ritorna immediatamente alla propria attività.
Cosa succede invece se a noi capita di sentire un rumore la notte mentre siamo nel nostro letto?
Spesso, senza neppure cercare di cogliere indizi esterni, iniziando a lavorare con la fantasia, cerchiamo le risposte nella nostra mente (chi sarà? Ho chiuso la porta? Perché non ho inserito l’antifurto?) o, addirittura, abbiamo la necessità di identificare un colpevole esterno (“l’antifurto non serve a nulla” “Mi hanno fregato, con tutti i soldi che ho speso”).
Mentre il lupo entra rapidamente in fisiologia, noi rischiamo invece di entrare in un processo pervasivo, come se ci venisse confermata e reiterata nel tempo la presenza di quel pericolo.
A quest’aspetto di non corretta interruzione del processo connesso con un possibile segnale di pericolo, si aggiunge il fatto che tutti noi siamo sottoposti a molteplici “pericoli” quotidiani, siamo infatti sempre più spesso costretti ad essere all’altezza, rischiando che l’immagine che abbiamo di noi stessi, la nostra identità di base, venga messa in facilmente discussione.
Mi riferisco a tutte quelle situazioni della quotidianità che ci fanno sentire più o meno adeguati, giudicati o messi in discussione. Se ci pensiamo bene, sono molteplici, anche per coloro che hanno una buona autostima.
Esse ci mettono innanzi ad un potenziale pericolo.
Parliamo quindi non tanto di pericoli reali ma di pericoli presunti, a causa dei quali la nostra mente è sottoposta alla percezione di potenziali rischi diffusi che possono costellare o addirittura invadere la nostra quotidianità.
Ciascuno di questi potenziali pericoli induce ad una produzione in eccesso degli ormoni dello stress, adrenalina e cortisolo, che sul corpo hanno l’effetto di metter il cuore in uno stato di affaticamento continuo, i muscoli sostanzialmente sempre in tensione e determinare il respiro corto, con una ridotta ossigenazione dei muscoli e del cervello.
Potete ben comprendere quanto tutto questo sia perlomeno dispendioso
Per la stessa ragione, diventa oggi più che mai utile farsi adeguatamente carico di questi processi attraverso semplici strategie e tecniche da inserire nella nostra quotidianità.
Nel corso di questo nostro percorso ve ne proporrò alcune che potrete sperimentare autonomamente, esse rappresentano degli esempi di un bagaglio professionale più ampio e complesso raccolto in anni di studio e di lavoro e che propongo all’interno dei miei percorsi individuali e di gruppo
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