CORNY, IL MOSTRO PICCOLO, PICCOLO

“Dai Alice svegliati…”
“Uffa no, non ho voglia …”
“Dai svegliati!”.. “ma sono stanca voglio dormire..”
“Forza Alice o faremo tardi!”
La scuola, uffa che barba e anche quando andava all’asilo non le era mai piaciuto come non piaceva adesso a Luca (suo fratello): che confusione, bambini che urlano, strillano, piangono, bambini che si fanno i dispetti e poi si ricordava benissimo che Matteo quasi senza motivo le aveva tirato le trecce e cosa ancora più grave, mentre lei era in bagno le aveva stracciato il disegno che aveva preparato per la festa della mamma.
Aveva pianto tanto quella volta!
Insomma, se avesse potuto, avrebbe sperato che non si dovesse più andare né a scuola né all’asilo e sarebbe stata bene a casa sua con la sua mamma e il suo papà e quel birbantello di Luca che correva sempre avanti e indietro per la casa; Luca non parlava ancora bene e a volte storpiava le parole, ma lei lo capiva sempre.
“Alice…  torna a dormire”. “Torna a dormire? Non è possibile la mamma si deve essere sbagliata:  “Si piccola continua a dormire oggi non si va a scuola,“ le aveva appena sussurrato la mamma accarezzandola. Alice non riusciva a capire, ma era troppo contenta di non dover andare a scuola e quella vacanza inaspettata la rendeva così allegra da toglierle il sonno.
“Non ci riesco mamma, ormai sono sveglia“, era cosi eccitata. “Va bene vestiti che ti preparo la colazione.“
Alice fece come suo solito una capriola sul letto e un salto prima su un piede e poi sull’altro. Era un rituale che le aveva insegnato la sua grande amica Margherita “Dai facciamo così tutte le mattine così è come se fossimo vicine e avessimo un segreto tutto per noi.”
Alice si era lavata la faccia con una velocità mai avuta, si era vestita in fretta ed era scesa allegra canticchiando. Stava già assaporando la giornata senza scuola con la mamma a sua disposizione, con la bicicletta per scorrazzare all’aperto e magari anche la torta alla crema che lei amava tanto.
“Eccomi mamma.“ Alice arrivò correndo: tanto entusiasmo e tanta gioia che non riusciva a contenere. “Mamma che bello come mai oggi è vacanza?” “Oggi è un giorno particolare piccola, la scuola è chiusa,  e dobbiamo stare tutti insieme.” Tutti insieme che bello. Erano mesi che mamma, papà, lei e Luca non stavano tutti insieme a fare le stesse cose.  Durante la settimana la mamma lavorava fino a tardo pomeriggio e quando tornava a casa, spesso era stanca e con mille cose da fare. Il papà lavorava lontano e spesso durante la settimana non tornava a casa e loro o erano a scuola (Luca all’asilo) oppure veniva a prenderli sempre la nonna che li teneva con se fino al ritorno della mamma. Ad Alice brillavano gli occhi per la felicità, ma guardando quelli della mamma non aveva trovato la stessa gioia e non riusciva a capire perché.
“Mamma  allora andiamo fuori? Prendiamo la bicicletta, chiamiamo Marta e  Margherita?”
“Alice e Luca vi dobbiamo parlare.” C’era anche papà, che strano pensò Alice, la mattina il papà non c’era mai perché usciva presto. Ma forse anche questa era una sorpresa e chissà quale bellissima cosa avrebbero dovuto dire.
“Oggi bambini è un giorno speciale.” “Sì, sì lo so” lo incalzò Alice. “Alice non interromperci” la rimproverò il papà, e Alice si zittì.
“Vi dobbiamo raccontare una storia”
C’era una volta tutto il Mondo in cui la gente lavorava e correva da tutte le parti, nessuno stava mai fermo, si prendevano aerei, navi, automobili, motociclette, a volte  persino biciclette e cavalli per spostarsi e qualcuno invece usava le slitte trainate dai cani. Tutti correvano sempre e spesso non guardavano in faccia nessuno; ognuno andava per la sua strada incurante della vita degli altri: nessuno aveva tempo!
Molti lavoravano insieme, ma non conoscevano nemmeno il nome delle persone che erano vicino a loro e ognuno era concentrato solo su sé stesso; il Mondo aveva una grande parola uguale per tutti: ‘correte, correte correte, dovete essere i più bravi, dovete guadagnare di più!’
Molte cose stavano cambiando; l’aria diventava sempre più irrespirabile per l’inquinamento, gli incendi erano molto più frequenti, le foreste che sono i polmoni della terra diminuivano, il clima era cambiato e molte specie animali erano state cancellate dalla terra, ma nessuno nel ‘mondo di corsa’ sembrava accorgersene.
Tutti dovevano sapere tutto, fare mille cose e avere tutto quello che desideravano in un solo batter d’occhio. Televisione, computer e internet facevano desiderare cose inutili  che spesso una volta comprate perdevano di interesse e si accumulavano nelle case  senza essere più utilizzate.
Vi ricordate bambini quando avete fatto un grande capriccio perché volevate subito il gioco che il vostro amico aveva appena preso, ci avete giocato due giorni e poi non lo avete più guardato?
In questo mondo frenetico che continuava a girare come fosse una trottola, tutti gli abitanti erano troppo presi per accorgersi che una strega cattiva aveva fatto un grande incantesimo. Finché un brutto giorno le persone incominciarono a stare male e molte morirono, perché un piccolo animaletto di nome Corny di cui nessuno si era mai accorto  perché non si vedeva a occhio nudo, trasmetteva a tutti gli uomini una brutta malattia da cui era difficilissimo difendersi. La strega era riuscita nel suo perfido piano.
Allora il Mondo chiese aiuto al grande Mago della Terra che dopo giorni di riflessione disse agli uomini cosa avrebbero dovuto fare: Corny è un animaletto molto piccolo che non potete vedere, quindi per evitare di ammalarvi non dovete stare mai troppo vicini (“ma allora i bambini non possono dare i baci alla mamma e al papà?“ chiese Alice, ”No,” le rispose la mamma. “Ma io voglio fare il coccoloso” aggiunse Luca. Se le mamme e i papà stavano bene potevano baciare e abbracciare i loro bambini, ma non potevano abbracciarsi tra loro o abbracciare e baciare i nonni o dare la mano ad altre persone – era come avere un cerchio luminoso intorno ad ognuno che nessuno doveva calpestare.)
Dovete stare in casa e uscire il meno possibile. I nonni non verranno più a trovarvi. “Ma come faccio senza vedere la Bice“ (così Luca chiamava la nonna). “Potrete vedervi attraverso internet, computer e smartphone, aggiunse il Mago della Terra.
Sarà come essere su un altro pianeta o su un astronave.
Non dovete vedere i nonni, perché Corny se la prende soprattutto con loro che sono i più saggi e Corny sa che la saggezza degli uomini potrebbe ucciderlo.
Non starnutite o tossite nelle mani o in giro (perché Corny in questo modo può volare più lontano e far ammalare più persone), ma starnutite e tossite nel braccio”.
“Così?”, fece Alice provando quella strana posizione; sembrava difficile ma alla fine era anche divertente. “Non mettete le mani in bocca e non toccatevi il naso”
“Ma se i bambini si mettono le mani in bocca?”, disse Alice.
“Devono imparare a non farlo”. Corny è un animaletto che sta volentieri sulle mani: dovete sempre lavarle molto bene e ricordatevi che le armi per sconfiggere Corny sono dentro di voi. Dovete diventare ogni giorno più forti: mangiate tanta frutta e verdura. Fagioli, piselli, lenticchie e ceci, ma anche mandorle, nocciole, semi di zucca, girasole, anacardi, uova e pesce, diminuite la carne, il prosciutto e il latte. “Ma a me piace il latte”, brontolò Alice. “Sì, puoi berlo, ma devi mangiare anche tutti gli altri cibi.”
E poi dovete mangiare meno cibo spazzatura: “Cibo spazzatura? Ma che schifo! Io non prendo il cibo nella pattumiera”, intervenne Alice.
Anche i grandi non capirono subito e allora il Mago tuonò. Voi mangiate tante cose che non servono e che ammalano il corpo: dolci, caramelle, patatine, merendine, snack, bibite dolci gasate.
Se sarete più forti per il tempo che ci vorrà potrete tutti insieme sconfiggere Corny.
Ma ricordatevi che se non farete tutte queste cose, Corny vincerà, e la strega cattiva comanderà, e il mondo si ammalerà completamente.
Gli uomini non capivano. “Fermarsi? Impossibile”, dicevano, ci servono le cose, abbiamo bisogno di uscire, girare comprare nei negozi tutto quello che ci piace. Poi che noia cosa faremo tutti a casa? E nessuno voleva cambiare le proprie abitudini.
Allora il grande mago tuonò “Voglio, Voglio, Voglio, .. non sapete dire altro.. io non vi aiuterò più.”
E avvolto in una nuvola luminosa, sparì.
Intanto il mondo stava sempre peggio.
Ma all’improvviso un folletto si presentò a uno dei bambini del mondo e gli disse: “Visto che i grandi non capiscono, Il Mago della Terra mi ha chiesto di parlare a voi bambini: vieni ti faccio vedere.”
“Che cosa?” gli chiese il bambino. “Ti faccio conoscere la Fantasia.“ “Non la vedo, dov’è?”  “Non devi vederla già vive con te”. “Come, vive con me?” e il bambino si guardò intorno: “Ora ti faccio vedere: prendi una matita e un foglio e disegna quello che vuoi.” “Un drago?” disse il bambino. “Un drago va bene,” rispose il folletto. “E poi?” “Poi un principe, un castello, un mezzo spaziale” ormai il bambino era un vulcano di idee. “Ora prendi una forbice e ritaglia quello che hai disegnato, incollalo su un cartoncino e attaccalo con uno scotch a una cannuccia o a uno stuzzicadenti.. ecco hai creato delle marionette ora puoi fare una storia.” “Ti aiuto anch’io” intervenne la mamma del bambino e preso un telo bianco lo illuminò e le marionette con la luce bianca  si proiettarono sul telo creando figure  speciali con cui inventare molte storie. “E’ bellissimo!“ “Si“ disse la mamma accarezzando il bambino. “Questa è la Fantasia“ trillò il folletto “ora che l’hai scoperta puoi usarla per mille altre cose“. Giuli, questo era il nome del bambino, decise d’accordo con i suoi genitori  di parlare con i suoi amichetti e di lanciare una gara: ogni giorno avrebbero fatto qualcosa di nuovo e la sera a un orario prestabilito su Skype o FaceTime si sarebbero visti e si sarebbero raccontati le loro invenzioni. Giorgia, invece, decise di disegnare i personaggi di un fumetto (da grande avrebbe voluto fare la scrittrice), Guido riempì la vasca da bagno e simulò una battaglia con le navi che possedeva. Martino prese indiani e cowboy a cavallo che il suo papà  aveva conservato da piccolo e che prima non aveva mai voluto vedere. Lanciò i cavalli  in corse sfrenate e avventure di ogni tipo. Andrea segnò con lo scotch di carta (se no la mamma si sarebbe sicuramente arrabbiata) un percorso con le macchinine e  organizzò una grande gara con Sara, sua sorella, (che fino a pochi giorni prima non lo aveva degnato di uno sguardo perché passava il tempo con le amiche), e alla fine anche con papà e mamma. Tutto era molto divertente!
Ovunque si sentivano voci di bambini che uscivano dalla case dalle finestre aperte, che chiamavano i genitori. “Sì, sì arrivo” rispondevano i grandi finalmente liberi da qualunque impegno e nessuno, proprio nessuno, sembrava annoiarsi.
I mesi che il grande Mago aveva detto necessari per rompere il brutto incantesimo volarono: Corny si indebolì giorno dopo giorno, vinto dalla saggezza e dalla tenacia di grandi e piccoli, e alla fine  scomparve e nessuno ma proprio nessuno sa dove sia finito. E la strega cattiva… la strega cattiva visto che il suo incantesimo era stato rotto, si arrabbiò così tanto che divenne una palla di fuco, sprofondò nel centro della terra e lì rimase per sempre.
Così tutto passò, ma nessuno si dimenticò più di quanto fossero importanti gli altri, di quanto fosse importante il tempo, di quanto fosse bello stare con i propri bimbi e di quanto poco ci volesse per stare bene, e anche andare a scuola non divenne più un peso per nessun bambino. E il mondo divenne migliore!
Alice guardò mamma  e papà, poi guardò Luca, alzò gli occhi verso lo schermo della Tv  e lesse sullo schermo (aveva da poco imparato lo stampatello): ‘State a a casa, non uscite, lavatevi le mani’. Fece un respiro profondo, un grande sorriso a mamma e papà e disse: “Corny è qui vero?“ “Sì,” risposero mamma e papà. “Va bene,” incalzò Alice “io non ho paura di Corny: dobbiamo fare un sacco di cose insieme“. E la mamma aggiunse: “Due mesi, se siamo bravi, e seguiamo i consigli del Mago della Terra voleranno”. “Sì, dai mamma  facciamo le frittelle“. “Sì, papà, pacciamole anche noi”,
le fece eco Luca “e poi facciamo la foto e la mandiamo ai nonni con tanti cuoricini”, suggerirono mamma e papà: “qui Marte rispondete pianeta Terra” continuò Alice.
“Saremo tutti super eroi“, “Sì, Lice”… ”Roi” aggiunse Luca e tutti risero insieme come non facevano da tempo.
E già da quel momento Corny si sentì un pò più debole: adesso sapeva che sarebbe stato sconfitto e che il mondo avrebbe imparato.
Anna

Buona giornata

Dr.Anna CB