Caro Dottore,

Desidererei sapere fino a che punto una gravidanza può cambiare i sentimenti della donna verso il suo fidanzato in presenza di un suo rifiuto assoluto iniziale nei confronti del bambino! In 8 mesi di gravidanza lei è sempre rimasta convinta che a me del bambino non interessava niente; lei ha sicuramente sofferto per il mio rifiuto iniziale ma non sono mai più riuscito a farla tornare con me anche se avevo capito che il mio rifiuto era forse esagerato! Lei in questi mesi ha sempre sostenuto di star bene così, lei sola con il bimbo in grembo, e di non volermi più perché disinnamorata! Data la mia grande sofferenza per il distacco da lei preferivo non sentirla piuttosto che sentirmi rifiutato, e questo non ha fatto altro che aumentare la sua tesi che a me del bimbo non mi importava nulla, ma non è così!
Che posso fare? Sinceramente

Risposta

Caro S.,
la gravidanza è un evento molto importante nella vita di una donna ed è assolutamente naturale pensare che porti ad un adattamento faticoso e spesso ambivalente, che, se vuole, potremmo definire come “preparazione psicologica all’attesa di un figlio”. E’ un processo che inevitabilmente scatena una serie di dinamiche psicologiche ed emotive molto intense, che ovviamente coinvolgono anche il partner, a sua volta alle prese con il difficile lavoro di adattamento alla nuova situazione. All’interno della dinamica di coppia, fino a quel momento contraddistinta dalla relazione tra i due partner, per la prima volta si presentifica l’idea di un “terzo”, il figlio/la figlia atteso, che produce cambiamenti sostanziali nella qualità della relazione.
Ognuno certamente reagisce in modo diverso a questo evento e, nel vostro caso, pare che la situazione abbia portato alla luce dei conflitti, espressione anche di difficoltà personali, che, probabilmente, pre-esistevano. Il punto è che, per la prima volta all’interno della storia di coppia, si instaura il pensiero e la certezza della presenza concreta di una nuova persona che entrerà a far parte della “famiglia”, e questo è un dato di non-ritorno: non si può più far finta di nulla, magari mettendo in gioco quelle dinamiche di coppia che hanno funzionato sino a quel momento in maniera spesso automatica. Bisogna cambiare. Bisogna prepararsi ad accogliere il nuovo venuto.
Per la donna questo processo di cambiamento non è solo psicologico ma anche biologico in quanto il suo metabolismo e la sua carne vengono ad essere modificati in maniera progressiva e continua sino al momento della nascita e anche dopo, seppur diversamente. L’uomo spesso fa più fatica ad entrare in questo processo di cambiamento e di attesa e può anche sentirsi escluso, in parte anche inevitabilmente, da ciò che sta accadendo alla partner. E’ qui, nel progetto di costruzione di una famiglia, che ogni coppia incontra il suo destino ed è in questo momento che inevitabilmente si decide se la coppia ha le risorse per accettare la sfida oppure no.Se ritiene che questa sia sino in fondo la sua sfida, si accosti alla sua compagna con sincerità e manifesti tutta la sua voglia di esserci, anche con le sue difficoltà. Se saprà proporsi in modo autentico, allora la sua compagna capirà e, in un momento così importante, non rifiuterà certo tale offerta.