Caro dottore,
mi sono sposata da alcuni anni. La situazione è peggiorata sempre più a causa delle continue intromissioni di mia suocera volte a difendere sempre ed in ogni caso il figlio( esempio: rivolta al figlio ha detto che sua moglie, e quindi una donna, deve aver pazienza perché gli uomini vanno capiti, bisogna dargli sempre ragione e che la colpa è mia perché non so tenermi un uomo, bisogna non dirgli tutto, bisogna agire di nascosto, non bisogna esprimere i propri pensieri o desideri perché questo ad un uomo da fastidio )
Ogni volta che c’è stata una discussione si è sempre messo a urlare parole ingiuriose o ha rotto qualcosa: ha strappato il contratto della banca, il mio pc, la mia macchina fotografica, i miei occhiali da vista sono stati appallottolati tra le sue mani, ha rotto il palmare che gli avevo da poco regalato facendo sacrifici, la sua macchina fotografica, la fede con la tenaglia che poi ha voluto far rimettere a posto la cipolla d’oro, ecc.
Nell’ultimo periodo le cose sono anche peggiorate: è da un mese che abbiamo la nostra nuova casetta ma mio marito avrà dormito due notti, è più il tempo che ha passato prendendo le sue 4 cose e riportandole a casa dei suoi. Dopo qualche giorno ritornava e ricominciava il ritornello “se fai quello che io voglio allora domani prenderò le cose dai miei e le porterò a casa altrimenti me ne vado. In passato, quando a seguito di una banalissima litigata mio marito prendeva e andava dai miei suoceri e poi mandava mia suocera a prendere le sue cose e per diversi giorni si negava al telefono. Stanca del suo comportamento solitamente ero sempre io che mi recavo a casa dei miei suoceri a riprenderlo. Probabilmente essendo io più matura di lui, le responsabilità che gli vengono messe dinanzi non vuole assumersele!
A questo punto vorrei un consiglio poiché mio marito è andato via di casa da due settimane e da allora non si è più fatto né sentire né vedere. Come affrontare il discorso in modo tale da riuscire a spiegargli le mie ragioni senza peggiorare questo suo comportamento?!!
Cara F.,
nella sua lunga lettera piena di dettagli e di accadimenti, che per ragioni di spazio ho dovuto tagliare, emerge una situazione di pesante invischiamento relazionale, aggrovigliato su di una spirale viziosa che, a mio avviso, lei deve trovare il coraggio di interrompere.
Mi fornisce moltissimi elementi su suo marito: indubbiamente egli mette in atto comportamenti che chiunque definirebbe senza esitazione, oltre che immaturi, riprovevoli.
Attenzione però in tutto questo c’è un tranello, lei sembra descrivere situazioni dove tra lei e suo marito non sembra esistere neppure l’ombra un rapporto adulto: lei è la consapevole, la responsabile, quella disposta a comprendere sempre e comunque, lui, invece, l’immaturo, il volubile. A seguito di questa operazione di stigmatizzazione, sia in senso positivo che negativo, il vostro rapporto si è ingiustificatamente irrigidito, impedendo da entrambi di recitare ruoli diversi da quelli da lei ampliamente descritti.
Questo è, prima di tutto, il canovaccio da mettere in discussione, poi, da parte sua, si tratta di interrogarsi sulle motivazioni che l’hanno indotta a farsi imprigionare nella gabbia in cui si trova.
Eviti di seguire la facile strada dell’attribuzione ad altri di ogni responsabilità: suo marito, come del resto sua suocera, possono essere dei carcerieri solo se lei permette loro di esserlo.
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