Dovremmo ormai aver compreso che, spinti dagli automatismi e trascinati da una fretta ingiustificata, ci perdiamo gran parte di quello che ci circonda, con l’aggravante che ciò che cade sotto la nostra attenzione non lo scegliamo deliberatamente ma è frutto di meccanismi automatici che sono la conseguenza delle esperienze del passato, introdotte nel cervello emotivo sotto forma di “pacchetti di risposta” che guidano il nostro rapporto con il mondo.
Abbiamo visto come tutto questo si sviluppi all’interno del nostro cervello emotivo, diventando carburante esistenziale potentissimo, fonte inesauribile delle nostre spinte motivazionali e fondamento della nostra capacità intuitiva.
Dalle neuroscienze però sappiamo anche che grazie ai nostri lobi prefrontali, la nostra parte cognitiva, possiamo rendere il nostro mondo emotivo una ulteriore risorsa, facendo dialogare il nostro “sentire” con il nostro “ “conoscere”.
A questo livello, emozione e cognizione si coniugano, lavorano sinergicamente per un unico scopo: l’integrazione, che è la premessa al vero Benessere.
L’emozione ci racconta cosa avviene, ci indica lo scenario interiore, momento per momento, attraverso il corpo, ci manda messaggi sulla nostra condizione, spingendoci, se sappiamo ascoltarla, a muoverci nella giusta direzione. La cognizione ci dice come farlo, permettendoci, attraverso l’osservazione, di realizzare raffinati processi di discernimento.
Diventa allora imprescindibile coltivare, oltre all’ascolto, anche la propria capacità di osservazione, in modo da rendere possibile il superamento di quell’automatismo, tanto utile sotto il profilo sopravvivenziale, tanto interessante come segnale, base fondamentale del nostro modo intuitivo di interpretare l realtà ma, se assolutizzato, poco orientato ad una libertà di scelta.
La prossima settimana, cercheremo di capire come!!!
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